Tab Article
"Valerio Mello è poeta della Magna Grecia, che, come tutti i suoi conterranei, sente e pensa contemporaneamente, e questa congiunzione antropologica certamente favorisce la sua avida ricerca di quella corrispondenza tra le parole e le cose, che la poesia è chiamata a incidere sulle pietre dei suoi antichi templi. Ma Mello vive a Milano e la lontananza, in poesia sempre fonte di vicinanza, acuisce il senso di una partecipazione emotiva ed esistenziale, che rischia di raffreddarsi sotto le pulsioni di un pensiero poetante, rivolto a ricercare l'archetipo che regge il mistero del mondo. Mello vive così un corpo a corpo tra l'esistere, che invoca i suoi spazi e i suoi tempi, e lo scrivere, che scandisce i ritmi segreti dell'essere, nel tentativo proprio di sottrarli a quel velo che li avvolge e talvolta li offusca nell'inevitabile usura di un vivere quotidiano, che non prevede generalmente dentro di sé una diversa interpretazione del mondo. Ma il poeta è poeta e Mello è poeta vero; come tale, non può sottrarsi alla sua vocazione più autentica: quella di togliere alla vita ciò che è resistente e superfluo per poterla sentire in tutta la sua scabra essenza. [...] la poesia di Mello è la ricomposizione di un universo sepolto o smarrito; la voglia, fortemente fisica, prima che metafisica, di sentire palpitare dentro di sé la voce di una natura delusa e sconfitta, che, attraverso la parola, possa riconquistare la piena consistenza di quel paradiso perduto [...]" (dalla prefazione di Francesco D'Episcopo)